Palagianello! Corsi e ricorsi storici
DA
MAGNIFICA UNIVERSITA’ A COMUNE AGGREGATO E, POI, DI NUOVO COMUNE AUTONOMO
Dicembre 1806- giugno 1907, cento
anni di (mis)fatti
di Vito Vincenzo Di Turi
Come si è avuto modo
di accertare, prima della sua aggregazione a Palagiano, Palagianello aveva
autonomia amministrativa, quale Università, in virtù delle prammatiche
di Ferrante primo d'Aragona, promulgate nella seconda metà del '400.
La certezza
dell’autonomia amministrativa è data dal fatto che Palagianello era compreso
tra le Università tenute al pagamento di 7 grani per fuoco([1])
per il mantenimento delle compagnie dei Cavallari che perlustravano il litorale
i quali, in caso di necessità, davano l’allarme ai caporali delle torri e
correvano ad avvisare gli abitanti delle zone direttamente minacciate.
Per Palagianello la
torre di riferimento era Torre Lato
(ancora esistente).
Nell’elenco delle
Università obbligate a pagare le imposte per il mantenimento del Corpo dei
Cavallari, stranamente, non compaiono Castellaneta, Laterza e Palagiano. Lo
sono, invece, Ginosa, Massafra, Mottola.
A capo della Magnifica
Università di Paligianello, come scritto in un antico documento, era il
Sindaco coadiuvato da tre eletti.
Il Sindaco e gli
eletti, le cui prestazioni erano gratuite con la sola eccezione del Cancelliere
che veniva retribuito con 6 ducati l'anno, duravano in carica un anno vale a
dire dal 1° settembre al 31 agosto dell'anno successivo.
Il giorno 14 agosto il
Sindaco in carica convocava, a mezzo bandi, i cittadini nella Chiesa
Parrocchiale San Pietro Apostolo - che è di proprietà comunale per antico possesso([2]), l'unica dell'epoca dove
l'università della medesima Terra è solita riunirsi per trattare i pubblici
affari- per dare corso alle operazioni
preliminari delle elezioni che avvenivano il successivo giorno quindici.
L’unione a Palagiano - Con legge 2 agosto 1806, n. 130, eversiva della
feudalità, furono automaticamente abolite insieme ai feudi le esili strutture
amministrative delle Università (Comuni).
Con Legge 8 dicembre 1806, n°272 il Regno di Napoli fu ripartito in
tredici Province elevate, poi, a quattordici suddivise in Distretti e
Circondari
L’art. 2 della predetta legge
prevedeva che “Per facilitare
l’Amministrazione delle Comunità minori di mille abitanti, potranno le medesime
essere riunite fra loro, e con le altre maggiori fino ad un numero non maggiore
di tremila, combinando le ragioni di località e di lontananza”.
Il riordino amministrativo aggregò Palagianello – che godeva di
autonomia amministrativa quale Universitas – al Comune di Palagiano, di
cui divenne frazione, l’unica del settore occidentale della Sottoitendenza di
Taranto, con la conseguenza che Palagianello fu sottoposta al trattamento
tipico che i comuni capoluoghi riservano alle frazioni, ossia scarsa attenzione
da parte degli Amministratori alle condizioni sociali della popolazione,
l’impiego di esigui mezzi per migliorare la situazione economica. Sicché i
proventi dei boschi, dei pascoli etc. ed ogni altra entrata furono amministrati
dal Comune di Palagiano a beneficio di quella popolazione.
In questo periodo si ebbe in Palagiano il rafforzamento del ceto dei
c.d. civili e dei possidenti, in
altri termini di quella piccola borghesia rurale le cui famiglie percorsero
strada sia nell’ambito delle attività economiche sia nell’ambito delle cariche
pubbliche: i Capone, i Carano i Martellotta, i Masella, i Natale, i Sinisi,
tanto per citarne alcune, in tutto il secolo XIX e durante il primo
quarantennio del XX, si accostarono alle leve del potere pubblico, alternandosi
nelle cariche amministrative di Palagianello e Palagiano.
L’Abolizione della
feudalità fece emergere questo ceto che era costituito dal massarotto, dall’ex
massaro di campo, dall’ex fittavolo poi colono, dall’ex fittavolo dei pascoli
comunali, in seguito divenuto possessore degli stessi per essere stato ritenuto
il migliore dei coltivatori e ricco possidente([3])
per graziosa determinazione del sindaco, peraltro, espressione di quel ceto dei
civili.
Pochissimi anni dopo
l’aggregazione, le terre civiche, come accertato in occasione delle verifiche
demaniali, subìrono i massicci assalti da parte dei cittadini di Palagiano, quasi
sempre amministratori, tant’è che centinaia di ettari di terreno civico era nel
possesso di quattro o cinque persone.
Masseria Capone, Masseria Carano (poi Lacaita), Masseria Conocchiella,
Masseria Martellotta, Masseria Masella, Masseria Petrosa, Masseria Vito
Cataldo o Visciolo, toponimi inesistenti sulle carte anteriori al 1806,
sono nate tutte nel demanio civico; ciò la dice lunga sul comportamento degli
Amministratori comunali, sempre gli stessi, peraltro imparentati fra loro
mediante una ragnatela di matrimoni.
Per
150 anni, circa, questi nomi faranno parte dell’elenco degli amministratori (Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali) di
Palagiano e Palagianello e gli stessi nomi si sono alternati nella
gestione della Segreteria Comunale (Cancelleria), della Tesoreria Comunale e dell’Esattoria Comunale. Praticamente, per oltre un
secolo e mezzo, Palagianello e Palagiano hanno avuto Amministratori che
nell’espletamento delle funzioni proprie degli òrgani istituzionali erano i
controllori e controllati, ovverosia ispettori di se
stessi.
Qualche
esempio.
Nella seduta Consiliare del 13 aprile
1878, fra gli argomenti in discussione ve ne erano due iscritti al secondo ed
al terzo punto dell’ordine del giorno:
2°--Provocarsi dal Sig. Prefetto di Lecce la devoluzione a pro del Comune
delle quote Demaniali già abbandonate dai quotisti di Palagiano, e di Palagianello, che
di quelle vendute nel corso del ventennio dalla divisione.;
3°- Provvedimenti a prendersi per le
usurpazioni fatte
nella strada vicinale Lazzetta a servitù pubblica denominata Trovara.
Il Consiglio era formato da:
1. Sinisi Vito – Sindaco –
2. Altamura Vito;
3. Bavila Salvatore;
4. Capone Gennaro;
5. Carano Domenico;
6. Carano Francesco;
7. Dell’Aglio Antonio;
8. Liverano Nicola;
9. Martellotta
Gennaro;
10. Masella Pasquale fu Leonardo;
|
11. Masella Pasquale fu Paolo;
12. Masella Ippazio;
13. Masella Nunzio;
14. Masella Vito
Gaetano;
15. Notaristefano Francesco;
16. Rospo Vincenzo:
17. Scalera Luigi;
18. Serra Francesco;
19. Sorace Pietro;
20. Toria Michele.
|
Relatore degli argomenti, su invito del
Sindaco Vito Sinisi, fu nominato il
Consigliere Domenico Carano la cui famiglia deteneva, senza titolo, demanio
civico nella
Conocchiella promiscua.
Non solo, il Consigliere Carano, venne
incaricato dal Consiglio, con 11 voti favorevoli su dodici consiglieri votanti,
di accertare e fare l’elenco delle quote abbandonate o vendute
durante il periodo di divieto.
In sostanza il Carano, oltre a verificare
ed elencare le quote abbandonate della
Conocchiella in suo possesso, doveva
effettuare la verifica nei confronti del Sindaco Sinisi possessore illegittimo,
fra l’altro, della fontana Trovara che, unitamente alla dote di terreno civico
circostante, era promiscua sia ai cittadini di Palagiano, sia a quelli di Palagianello, dei
Consiglieri Sorace, Martellotta, Masella Ippazio e Vito Gaetano,
Capone e Carano
Francesco, tutti possessori, per graziosa concessione dei
Sindaci, di terre civiche quotizzate e sottratte
ai cittadini di Palagianello.
In altri termini, è come se avessero chiesto
al lupo di accertare e relazionare su chi ha mangiato l’agnello affidatogli per
la custodia.
Di quegli accertamenti non v’è traccia nei
documenti, tant’è che le quattro verifiche demaniali che si sono susseguite
nell’arco di cento anni hanno sempre evidenziato il possesso illegittimo senza
che gli amministratori, deputati al controllo dei beni civici, adottassero
provvedimenti di reintegra.
Dal resoconto di una seduta del Consiglio
Comunale del 30 novembre
1866 si può arguire come molti degli usurpatori sedessero tra gli stessi banchi
dell'amministrazione comunale:
1.
SINISI Vito
– Sindaco
2. CARANO Domenico,
3.
CARANO
Francesco,
4.
COLOSIMO Serafino,
5.
LANZILLOTTA Giuseppe,
6.
LICOMATI Francesco,
7.
LIVERANO Rocco,
8.
MAPPA Nunzio,
9. MARTELLOTTA Leonardo,
10. MASELLA Giovanni,
|
11. MASELLA Pasquale,
12. MASELLA Salvatore,
13. MONTEMURRO Michele,
14. PATRUNO Francesco,
15. PICCOLI
Raffaele,
16. SCHIAVONE
Angelo,
17. SIMEONE
Nicola,
18. RUSSO
Carlo,
19. SORACE Domenico,
20. VENTRELLA
Pasquale.
|
Ancora più indicativa è la composizione
della Giunta Municipale del 1871 che registra la presenza del 100% di
possessori senza titolo di demanio civico di Palagianello e del Consiglio
comunale nel 1881 con la presenza di 11 consiglieri, possessori illegittimi di
demanio civico, su 20 assegnati al Comune:
Giunta Municipale del 25 aprile
1871 formata da:
CARANO Domenico, Sindaco,
MASELLA Ippazio-assessore
MASELLA Pasquale-assessore
|
MASELLA Pasquale di Leonardo-assessore,
MASELLA Pasquale
di Paolo, assessore.
|
Consiglio comunale - Deliberazione
n. 5 del 1° maggio 1881- composto da
1. NATALE Pasquale-Sindaco,
2. CARANO Domenico,
3. CARANO Francesco,
4. CASALINO Raffaele,
5. CASAVOLA Bonaventura,
6. DE FLORIO Giuseppe,
7. GRANATA Francesco,
8. LICOMATI Francesco,
9. MASELLA Ippazio,
10. MASELLA Nunzio,
|
11. MASELLA Paolo,
12. MASELLA Pasquale fu Leonardo,
13. MASELLA Pasquale fu Paolo,
14. MASELLA Vito Gaetano,
15. NOTARISTEFANO
Francesco,
16. SCALERA Francesco,
17. SCALERA Luigi,
18. SINISI Vito,
19. SORACE Domenico
20. SORACE Pietro.
|
Che l’Ente Comune, poi, fosse un’azienda a conduzione
familiare è confermato, oltre che dall’elenco dei Sindaci, dalla formazione del
Consiglio Comunale, della Giunta Municipale e, per di più, anche da un
fatto verificatosi nella seconda metà del secolo XIX.
Il giorno 18 Dicembre 1884 il Sig. Pasquale Natale, farmacista e proprietario, produsse formale opposizione avverso la deliberazione Consiliare del giorno 7 dello stesso mese di dicembre, perché fosse dichiarata la ineleggibilità, per lite pendente con il Comune, dei Signori:
Pasquale
Masella fu Leonardo ff. da Sindaco, Ippazio
Masella di Antonio, Pasquale Masella fu Paolo, Sinisi Vito fu Luigi, Domenico Carano
fu Giovanni, nonché a Vito Altamura fu Francesco della frazione di
Palagianello; e tutti nella qualità di Consiglieri di Palagiano, laddove Masella Pasquale fu Leonardo e Masella Ippazio di Antonio erano nipoti
di Masella Pasquale fu Paolo e,
tutti insieme, unitamente a Sinisi Vito
fu Luigi erano nipoti di Carano
Domenico fu Giovanni.
I suddetti, a dire del Natale, avevano personale e
solidale responsabilità in quanto consiglieri comunali all’epoca della nomina
ad Esattore Fondiario del Sig. Giuseppe Masella,
già parente, il quale, nel 1869 si rese malversatore di diverse migliaia di
lire sia verso l’Erario dello Stato, sia verso la Provincia per centesimi
addizionali esatti e non versati, e sia infine verso del Comune per gli stessi
cespiti;
Sta in fatto, che, mentre l’Ente Governativo e la
Provincia, la prima attraverso mezzi coercitivi consentiti da speciali Leggi e
Regolamenti e la seconda, dopo una sentenza favorevole del Tribunale di
Taranto, pubblicata il 31 dicembre 1873 furono soddisfatti del loro credito, il
Comune “il povero Pupillo che
rappresentato sempre dal 1869 sin qui da una maggioranza d’ingordi egoisti, ed
infedeli amministratori, non fu mai pagato per la semplicissima ragione di non
poter dirigere le armi contro se stessi”([4]).
Il Natale si domandava, se la responsabilità diretta,
immediata, e personale, è dei singoli Consiglieri dell’epoca, e come tale si
verificò nell’interesse dello Stato e Provincia, perché mai non devesi
ugualmente praticare nell’interesse del Comune?
Era accaduto
che nella deliberazione del 7 novembre 1884, con la quale venne stabilito non
doversi proseguire il giudizio intentato dal Regio Delegato straordinario nell’agosto
detto anno, proprio da Pasquale Masella fu Leonardo, da Ippazio Masella
d’Antonio, da Vito Sinisi fu Luigi, ecc. che erano i convenuti in quella lite;
sicchè con tale deliberazione si verificò l’assurdo di vedere gli stessi
individui essere ad un tempo parti attrici, parti convenute e giudici in un
solo e medesimo giudizio.
Sta di fatto che i
Carano, i Martellotta, i Masella, i Sinisi forti della carica rivestita,
gestirono le terre civiche di Palagianello ad
usum delphini, ovverosia occupando
abusivamente centinaia di ettari di terreno quotizzato nel 1824 in favore dei
cittadini di Palagianello, vanificando, così, quei benefici materiali e morali
che l’eversione della feudalità aveva fatto sperare. .
Accadde così che il ceto dei nullatenenti di Palagianello vedendo
vanificata ogni possibile rivendicazione, non potendo neppure più contare su
quel poco che in passato traeva dagli usi civici, divenne sempre più inquieto.
Il distacco - Nel periodo tra la fine del XIX e l’inizio del XX
secolo, il malcontento per lo stato di abbandono della frazione fece sì che tra
la gente incominciasse a balenare l'idea di separazione che sfociò in due
richieste: una di distacco da Palagiano e aggregazione al Comune di Mottola e
l'altra di scissione e costituzione in comune
Animatore del primo
fermento il Dr, Salvatore Masella, discendente di uno dei maggiori occupatori
del demanio civico, consigliere comunale in rappresentanza della frazione
Palagianello, che vide frustrata la sua azione da una forte opposizione da
parte del Consiglio comunale di Palagiano che ricorse a tutti i mezzi per non
approvare l'azione separatista.
La proposta fu
boicottata dagli amministratori di Palagiano, a differenza del Consiglio
comunale di Mottola il quale si era pronunciato sollecitamente ed unanimemente
per l'annessione.
Il problema era maliziosamente eluso e
rinviato a colpi di maggioranza, ma certamente non risolto a favore di
Palagiano perché l'iniziativa degli elettori di Palagianello, fortemente
sostenuta dal dott. Masella che si aspettava dall'annessione al Comune di
Mottola quei benefici e quei miglioramenti che da Palagiano
non poteva ottenere,
Verso l’autonomia -
Al contrario di quanto era accaduto
per quella del dott. Masella - che, forse, era soltanto un disegno perseguito
dagli agiati contribuenti ed elettori di Palagianello, i quali nell'operazione
di separazione da Palagiano e unione a Mottola credevano di aver scoperto
l'alchimistico rimedio universale con cui era possibile ridurre o sopprimere le
tasse e le sovrimposte (apportando benefici) e, nello stesso tempo, provvedere
alla sistemazione stradale, edilizia, idrica, sanitaria e alle altre esigenze
della cittadinanza (producendo benefici), la proposta di distacco e
costituzione in Comune autonomo ebbe corso relativamente celere, grazie al
movimento che si era creato intorno ad essa, caldeggiata da Davide Lenge che, originario
di quel di Ginosa, dimorava in Palagianello.
Era avvenuto che
alcuni cittadini, fra i quali Gaetano Terzuoli, Giuseppe Di Fonzo, Giulio
Murgiano ed altri che, per ragioni di lavoro frequentavano l'agro di Ginosa,
conobbero Davide Lenge il quale,
trasferendosi in Palagianello, spinse i cittadini ad interessarsi della cosa
pubblica, fino allora monopolio quasi esclusivo di poche persone di Palagiano.
Il Lenge seppe imporsi
subito all'attenzione della cittadinanza, poiché come suo primo atto impostò il
problema dell'autonomia di Palagianello. Contestualmente al problema
dell'autonomia furono impostati ed attuati due questioni - strettamente
collegati fra loro - di carattere socio-politico, ovverosia la costituzione
della Lega dei Contadini e la Cooperativa di Consumo fra i Lavoratori di
Palagianello
Mentre le questioni
socio-economiche erano affrontate subito, quella dell'autonomia, invece,
trovava le resistenze degli Amministratori di Palagiano che, dopo molti rinvii,
finalmente, posero all'ordine del giorno la domanda degli elettori di
Palagianello per la costituzione della frazione in Comune autonomo, che fu discussa
dal Consiglio comunale nella seduta del 9 ottobre 1906.
Questa proposta, come
le precedenti, ebbe intralci con vari cavilli di ordine procedurale da parte
dei consiglieri di Palagiano, ciò nonostante il 17 giugno 1907 la Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 142 pubblicò:
P.S.- Nel 1982, autorizzato dalla Sovrintendenza
Archivistica, ebbi occasione di visitare l’Archivio comunale di Palagiano ove,
fra le altre notizie (scarse), rinvenni il volumetto dal titolo:
“LA SUPERBIA UMILIATA ovvero DIGITUS DEI EST HIC che percuote
per mezzo dell’Ill.ma Corte d’Appello delle Puglie sedente in Trani LA
COCCIUTAGGINE degli sviati Amministratori di Palagiano per Pasquale NATALE –
Taranto – Tipografia di Ruggiero Parodi – 1885.
Nel 2008, per documentare una relazione sono tornato in
quell’archivio, purtroppo il volumetto era sparito (chissà quale mano ha
ritenuto di prenderlo).
Il proprietario di quella mano (quella ignota mano
cosa voleva nascondere?) forse non conosce l’esistenza delle biblioteche. Ed
infatti sono bastati pochi euro per averne copia da una biblioteca del centro d'Italia .
Vito Vincenzo Di Turi
Ora, per la serie “per non dimenticare” ritengo opportuno pubblicarlo,
a futura memoria
poiché
“Il segreto di ogni ricchezza misteriosa è un delitto
dimenticato”
(Honorè de Balzac – 1799-1850 – scrittore
francese )
Nessun commento:
Posta un commento