LE CHIESE RURALI
di
Vito Vincenzo Di
Turi
© Vito Vincenzo
Di Turi - 2014
Sono due le Chiese rurali sparse
nell’agro di Palagianello; una nella Masseria Parco di Stalla, la cui
denominazione è estesa a parte delle terre a corredo dell’Azienda Agricola e
l’altra nella masseria Torrata ubicata nel Titolato.
Il
Parco della Stalla e il Titolato, unitamente a Serrapizzuta, Santa Colomba e
parte della Conocchiella, furono assegnate all’ex feudatario di Palagianello a
conclusione della divisione in massa dei demani, dopo la legge eversiva della
feudalità emanata il 2 agosto 1806, alla quale seguì la legge 1° settembre 1806
sulla ripartizione dei demani assegnati ai cittadini di Palagianello in
compenso degli usi civici compressi:
1. la prima,
dichiarando abolita la feudalità con tutte le sue attribuzioni, colpiva il
potere baronale nelle sue prerogative giurisdizionali e, in certa misura, nella
sua stessa base patrimoniale;
2. la seconda, invece,
promuovendo un nuovo assetto delle terre demaniali, sia feudali sia comunali,
dava un nuovo impulso al già avviato processo di privatizzazione e di chiusura
delle terre comunali.
A seguito di ciò i feudi furono divisi:
·
le
difese comunali furono restituite ai cittadini e date in gestione ai comuni
sotto la denominazione di "Demanio Universale".
·
una
parte dei territori furono dichiarati demaniali e assegnati ai Comuni;
·
l'altra
parte rimase nelle mani dei baroni a titolo di semplice proprietà terriera.
Alla sentenza della Commissione Feudale
seguirono tre Ordinanze del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di
Altamura, Domenico Acclavio, nella sua qualità di Commissario del Re per la
ripartizione dei demani.
Con l'ordinanza del
1° settembre 1810, gli abitanti di Palagianello, al di fuori e prima della
divisione in massa, conseguirono il possesso dei demani universali Parco del
Casale e Conocchiella.
Con quella del 16 febbraio 1811, fu
quantificata, in ragione della metà, la quota spettante al Comune di
Palagianello in compenso degli usi civici su tutto il territorio ex feudale.
Infine, con la
terza del 16 settembre 1811, il Procuratore Acclavio, nel fare proprio il
verbale di misura e apprezzo di tutto il territorio soggetto a divisione, conferiva
incarico all'agente ripartitore del distretto di Taranto, Carlo Fasano, di
eseguire il distacco della quota di territori assegnati al Comune di
Palagianello nella divisione in massa dei demani ex feudali.
Dopo quell'operazione il territorio di
Palagianello era così diviso:
- · all'ex feudatario carra 63, tomola 15 e 3/4, corrispondenti a circa 1.600 ettari, valutati 21.980 ducati, ricadenti nelle contrade Serrapizzuta, Santa Colomba, Parco di Stalla, Nuova Piantata del Titolato, Torrata, parte del Visciolo, Masseria di Pozzo Sarro, Masseria Difesella.
- · al Comune carra 73, tomola 34 e 1/2, pari a circa 1.900 ettari, per un valore di 20.949 ducati, ricadenti nelle contrade Serrapizzuta, Conche, Titolato, Difesella, Parco Casale e Conocchiella.
Dalla
consultazione dei documenti sparsi in vari archivi pubblici e privati, abbiamo
avuto modo di rilevare che il territorio di Palagianello era destinato
prevalentemente alla coltura dell’olivo, dei cereali (grano e avena) e al
pascolo.
Già
nel secolo XVII il perito Luise Nauclerio, incaricato dal Regio Fisco di
valutare feudo di Palagianello, nell’atto di "apprezzo" datato primo
settembre 1676 poteva scrivere: “. . .possiede
il Barone dodicimila alberi di olive. . .”([1])
che
Nord
nel secolo
successivo furono notevolmente incrementati mediante l’innesto di “ulivastri”,
come apprendiamo da una lettera inviata da Napoli con la quale il Marchese di
Santeramo, in data 30 maggio 1761, rispondeva al suo agente che lo aveva
informato dell’inizio del lavoro di innesto: “.
. .Godo moltissimo che siasi già cominciata l’infestazione degli ulivastri di
Serrapizzuta, de’ quali se ne trovavano innestati già 770. . .”([2])
La
coltivazione dell’olivo era prevalentemente effettuata in Serrapizzuta, nel Terzo seu Parco della Stalla, nella Nuova
Piantata e nelle Conche, mentre le terre del Titolato, della Conocchiella e
della Difesella erano destinate a pascolo e seminativo.
Il
territorio, quindi, doveva essere molto popolato per i lavori di semina,
mietitura, potatura, raccolta, ecc.: la presenza degli addetti ai lavori nelle
masserie raggiungeva il culmine all’epoca della raccolta delle olive, tant’è
che ancora prima dell’inizio della “campagna di raccolta” il marchese
Caracciolo da Napoli scriveva al suo agente in Santeramo.
I
documenti consultati descrivono la vita del “Casale
di Paliggianello”, scandita dal trascorrere le varie fasi dell’annata
agraria e dell’alternarsi i tempi di semina e di raccolta.
La
corrispondenza tra i marchesi Caracciolo, dimoranti in Napoli o Cervinara, e il
loro agente che sovraintendeva tutte le attività dei feudi di Santeramo e
Palagianello, ci fa conoscere come la Casa Marchesale seguiva con interesse
l’attività agricola:
“. . .godo che possa lei continuarmi le antecedenti buone notizie. .
.che le ulive di Palagianello ci fan sperare una copiosa incetta d’ogli…e
gradirò l’assistenza che lei mi promette voler fare a tutte le fatiche
appartenenti alle medesime; non ostante la vigilanza del Fattore, della quale
dice potersi fidare…pure a motivo della vastità del territorio in cui sono
compresi quest’uliveti e delle moltissime persone che debbono essere addette a
tali fatiche, non potrà egli solo supplire al bisogno di una continua
assistenza. . .”
“. . .In Palagianello si va accalorando
la raccolta dell’olive avendo dovuto mandare (da Santeramo a Palagianello) già porzione delle femine caparrate per tal
travaglio. . .”([3]).
“. . .Piacemi intendere che siasi
accalorata la raccolta delle olive e che a tal riguardo abbia lei fatte passar
ivi da costà (da
Santeramo a Palagianello) qualche numero
di femmine per accelerare tali fatiche; ed io dissi nell’altra mia che volevo
star inteso della quantità delle olive che in fine restavano raccolte. . . . .
.perché dal numero delle ceste che ne restavano raccolte potevo io fare un
anticipato conto della quantità degli ogli che me ne potrebbero derivare;. .”([4]).
Interessante
è la corrispondenza tra il marchese ed il suo agente circa la possibilità di
raccolta delle olive, ovvero se venderle “sopra
gli alberi” oppure raccoglierle in proprio; il marchese scrive:
“…non per ostinarmi nella determinazione
di venderle sopra gli alberi che crede lei pregiudizievole; ma soltanto per
palesarle ciò che vien praticato da buona parte dei baroni della Provincia di
Lecce, ai quali non può mancare il modo di farle macinare per loro conto…..Ma
le ragioni da lei addotte in contrario. . .peraltro convincenti mi inducono col
di lei parere (ma
raccomanda)…incessante vigilanza ed attenzione…in campagna per
la raccolta…e nel trappeto nel macinarsi per evitare frodi che in molte guise
possono seguire…ed il Fattore dovrà darmi; convincenti testimonianze della sua
abilità…(e prosegue). .
. se le olive sono molte come spero sia, considero far passare qualche numero
di Femmine di costà in Paligianello, per farle raccogliere con sollecitudine,
onde non si marciscano in terra, o non restino trasportate dall’acqua ne’
luoghi scoscesi in occasione di pioggia. . . .”
e riesca a lei di convenire con tutte quelle che saranno addette a raccogliere di
pagarle a ragion di un tanto per ogni panaro né vorranno ostinarsi a pretendere
di essere pagate a giornata….”([5]).
Ma
l’Agente, Nicola Tofano, non è d’accordo “.
. .l’anno passato indussi a forza le femine a raccogliere le ulive a misura,
con stabilirla a vantaggiosa mercede, perché sperimentai che non tornava conto
il raccoglierle a giornata per esser poche, ma allorché il frutto non è scarso
riesce meglio raccoglierle a giornata, purché non vi manchi l’assistenza poiché
se ne viene l’inconveniente che tratta ogni femina incontrare l’albero più
carico per rinvenire maggiore quantità di frutto caduto e così presto riempire
il paniero senza aver cura di ricercar anche l’ulive ascose sotto i cespugli…né
vi è risparmio ma continuo disordine…”([6]).
E,
finalmente, il marchese, in data 5 dicembre 1761….”Si
lascia nella libertà di far raccogliere le olive nella guisa che giudicherà
meno dispendiosa e sia più profittevole..”
([7]).
Copia della lettera scritta dal Sig. D. Nicola Tofano da Santeramo in data 27 novembre 1761 |
La
conduzione delle masserie e la mancanza di buone strade, che rendevano
difficoltosi gli spostamenti dal centro abitato alle campagne, fecero sì che
queste fossero molto popolate; la qual cosa, molto probabilmente, indusse il
feudatario a costruire due chiesette: una nella Masseria Parco di Stalla e
l’altra nella Masseria Torrata della quale, peraltro, abbiamo trovato
testimonianze scritte in documenti del XVIII secolo.
La chiesa della masseria
“parco di stalla”
La
chiesetta, costruita nell’ambito della Masseria, si presenta dallo stile
sobrio, costruita in conci di tufo locale, si affaccia nel cortile della
masseria, di fronte all’ala vecchia della costruzione; è a forma di rettangolo
e si sviluppa su sette metri di lunghezza per cinque di larghezza circa ed ha
una volta a botte; subito a destra dell’ingresso si trova, infissa nel muro,
un’acquasantiera in pietra lavorata a forma di conchiglia; in fondo all’unica
navata è ubicato l’altare, costruito in pietra locale, di pregevole fattura e
ben conservato; l’altare è posto su un doppio ordine di gradini pure in pietra
locale, mentre il pavimento è coperto con mattoni in cotto.
La
facciata è ingentilita da una finestra “gotica” emblematicamente lavorata a
trifoglio, forse a rappresentare la Santissima Trinità.
L’azienda
agricola, di proprietà del Sig. Pietro Lanzo-Dione, già importante per la
produzione delle olive, “…. . . . .il
Terzo seu Parco detto della Stalla, composto da circa sei carra([8])
di territorio, arborato d’olive
renetizie…..”([9]),
è una delle più antiche tenute agricole di Palagianello; nel suo ambito, oltre
alla “Masseria-costruzione” e alla chiesetta, numerose sono le tracce della sua
antichità, alcune, forse, di epoca romana.
Molti
studiosi la indicano come luogo di sosta o “tabernæ”([10])
sulla via Appia che doveva snodarsi lungo i territori di Parco di Stalla,
Coppola Piatta, Lama d’Erchia (Masseria Alfonsetti) e Parete Pinto verso
Fontana del Fico.
La
Masseria Parco di Stalla ha vissuto, nel suo piccolo, i grandi avvenimenti che
portarono all’Unità d’Italia.
Fra
la prima e la seconda metà del XIX secolo era stata concessa in fitto a Giovanni
Tateo di Putignano (BA) che vi dimorava con tutta la famiglia.
Uno dei figli di
Giovanni, il Dr, Giuseppe Tateo (1823-1859) – fervente patriota – elesse la
masseria a luogo di riunioni poiché in questa dimora, peraltro più volte
oggetto di perquisizioni, può essere individuata la sede di Palagianello della
sezione di cospiratori denominata “La Volpe” che aveva giurisdizione su Castellaneta
e Laterza.
Patrioti come
Saverio Fanelli di Palagianello, Nicola Perrone di Laterza e un sacerdote don Giacinto Infantino di Montemurro in Basilicata, tra il 1848 e il
1857, furono assidui frequentatori della masseria.
Colpito da una
taglia di 5.000 piastre per la sua instancabile opera svolta durante i moti
liberali, per sfuggire alla persecuzione dei Borboni, fu fatto imbarcare da
Brindisi chiuso in una botte e andò in Grecia, secondo altri si imbarcò a Mola
per Trieste, percorse la Francia e l’Inghilterra facendo dappertutto buona ed
efficace propaganda per la causa italiana.
Morto Ferdinando II, sperava di ritornare finalmente
alla sua terra e di riabbracciare la madre, Maria Caterina Riccardi, ma la morte, nel giugno 1859, lo
colse a Nizza, esule per amor di Patria. Fu sepolto nel cimitero "Cimella" presso quella città.
Si racconta che uno
fra i più stretti collaboratori di Garibaldi, qual era Giovanni Nicotera, che
fu anche Ministro degli Interni del Governo De Petris, dal 25 marzo 1876, nel
1866 sentì il dovere di incontrare la signora Maria Caterina Riccardi in segno
di ossequio alla madre del Dott. Giuseppe Tateo.
L’incontro
avvenne nella Masseria Parco di Stalla, poiché la Signora Riccardi, vedova di
Giovanni Tateo continuava l’affittanza della Masseria, all’epoca di proprietà
dei Caracciolo di Santeramo.
Vito Vincenzo Di Turi
Masseria Parco di Stalla in una vecchia foto |
P.S.- Mentre
scriviamo queste brevi note ci è giunta notizia che la “Chiesetta” della
Masseria Parco di Stalla è interessata da lavori di restauro.
Di questo va
dato atto al proprietario, Pietro Lanzo-Dione, il quale pone molta attenzione perché
la “Masseria”, peraltro ricca di storia, sia conservata nel suo complesso a
futura memoria.
Palagianello,
23 luglio 2014
FONTI:
A.S.L-
(Archivio di Stato Lecce);
Archivio
Privato “Caracciolo”- Santeramo- Viglione;
Alcune
foto sono tratte dalla Guida Catalogo “Le Masserie storiche del Territorio di
Palagianello” – agosto 1985.
[1] - A.S.L- (Archivio di Stato Lecce) - Apprezzo redatto dal Regio Ingegnere Luise
Nauclerio in data 1° settembre 1676.
[2] - Archivio Privato “Caracciolo”- Santeramo-
Viglione- Registro di lettere del Agente di S. Eramo e Paliggianello.
[3]
- Archivio Privato “Caracciolo”- Santeramo- Viglione- Stralcio della lettera di
D. Nicola Tofano invia da Santeramo a Napoli in data 13 novembre 1761.
[4]
- Archivio Privato “Caracciolo”- Santeramo- Viglione- Stralcio della lettera
del marchese, di risposta a D. Nicola
Tofano inviata da Napoli a Santeramo in data 21 novembre 1761.
[5]
- Archivio Privato “Caracciolo”- Santeramo- Viglione- Registro di lettere del
Agente di S. Eramo e Paliggianello.
[6]
- Archivio Privato “Caracciolo”- Santeramo- Viglione- Stralcio della lettera
dell’Agente D. Nicola Tofano inviata a
Napoli da Santeramo in data 27 novembre 1761.
[7]
- Archivio Privato “Caracciolo”- Santeramo- Viglione- Stralcio della lettera
del marchese, di risposta a D. Nicola
Tofano inviata da Napoli a Santeramo in data 5 dicembre 1761.
[8]
- Circa 150 ettari.
[9]
- A.S.L- (Archivio di Stato Lecce) -
Apprezzo redatto dal Regio Ingegnere Luise Nauclerio in data 1°
settembre 1676.
[10]
- Taverna.
[11] - INTENDENZA DELLA PROVINCIA DI
TERRA D’OTRANTO – Castellaneta 30 Settembre 1857-
Nel mese di Giugno un Prete di Montemurro,
travestito da secolare, di cognome Infantino, nativo di Montemurro in
Basilicata si recò in Palagianello, e quindi in Castellaneta.
La sezione della setta stabilita in Palagianello,
dalla quale dipende Castellaneta, veniva appellata La Volpe .
Il Capo nominato per Laterza era D. Nicola Perrone.
Lo stesso prete di Montemurro, diceva, senza
specificare da chi, di essere stato diretto a D. Giovanni Frisino di
Castellaneta.
Si hanno motivi a ritenere che D. Giuseppe Tateo di
Palagianello abbia avuto ed abbia tutt’ora diretta immiscenza in tutto ciò n’è oggetto
d’imputazione a carico di Fanelli e Perrone.
Egregio Dottore Di Turi,
RispondiEliminaIl mio nome è John LaFianza, di origini italiane, ma nato e cresciuto in America. Ho letto il tuo blog la storia di Palagianello con grande interesse. Ho scoperto attraverso la ricerca comunale registri di morte rom 1809 - 1860 che ci sono stati una grande quantità di LaFianzas che viveva a Palagianello in quel momento, più nei primi anni che in un secondo momento. Attualmente sto ricercando matrimonio e di nascita record pure. Il mio cognome è più raro - oggi e in passato - e cercando di ripercorrere i passi dei miei antenati indietro nel tempo. Ho rintracciato i miei antenati torna a Ferrandina e Matera attraverso il 1800 e per Santeramo prima. Come sapete, non è un caso che ci fossero LaFianzas sia Santeramo e Palagianello in quel momento, entrambe le città essendo di proprietà della famiglia Caracciolo dal Palagianello fu purched da loro nel 1670. Sto cercando di stabilire una connessione tra la mia famiglia a Santeramo e le LaFianzas ho scoperto a Palagianello. E 'si ritiene che a causa delle molte LaFianzas ho trovato a Palagianello che la mia famiglia avrebbe riginated lì e si è trasferito al più grande città di Santeramo nel 1700 o solo th contrario?
Avete qualche suggerimento su come posso continuare la mia ricerca da qui in America? C'è un pastore della chiesa con i record storici del 1700 che posso contattare? Ci sono informazioni disponibili su internet che si è a conoscenza? Potete fornire qualsiasi informazione storica che può essere utile a me? Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi aiuto si può essere in grado di fornire. Potete contattarmi al JLLAF@optonline.net. Felice Anno Nuovo e tante Cose!
Ciao,
John