"Quattro pozzi" già Piazza S. Allende, prima via Forno, ancora prima via degli Orti
Lettera aperta al Sindaco di Palagianello
Egr. Sig. Sindaco,
Qualche anno fa ebbi a scrivere che “dopo i lavori di sistemazione della Piazza S. Allende, eseguiti su progetto dell'Ufficio Tecnico comunale, la cisterna, che in epoca lontana costò alla "Magnifica Università di Paligianello" la somma di 600 ducati, dal 1987 non è più visibile poiché, "architettonicamente", è stata cancellata sia dal suolo sia dalla memoria dei cittadini i quali, per secoli, prima ed anche dopo l'avvento dell'Acquedotto Pugliese, se ne sono serviti per le necessità domestiche ed altro”.
Ho letto, sul Corriere del Giorno, i due articoli che si riferivano ai “Quattro Pozzi”, 100mila euro per restituirla ai più giovani.
Il titolo è piaciuto. Tuttavia, forse, avrebbe avuto un maggiore effetto se “ai più giovani” fosse strato aggiunto “nel ricordo dei vecchi”.
Perché ricordare i vecchi.
Mi spiego. Se domandiano dove nasce l’acqua?
- un bambino di oggi risponderà nelle bottiglie;
- un trentenne farà riferimento ai rubinetti;
- un quarantenne ricorderà la fontana;
- un anziano, invece, avrebbe fatto riferimento al pozzo.
La cisterna comunale, impropriamente chiamata quattro pozzi (vulgo puzz’a quatt), poiché si trattava di un solo pozzo con quattro “boccali”, costò 600 ducati, vale a dire circa 11.212,00 euro, alla Magnifica Università Paliggianello, come allora erano chiamati i Comuni.
La notizia l’abbiamo ricavata dalla Sentenza della Commissione Feudale del 20 giugno 1810 n. 143, depositata nella Sezione Amministrativa dell’Archivio di Stato di Napoli.
I giovanotti che, come me, hanno superato “la….antina” e si avvicinano a quella con l’otto, ricordano ancora, quando, bambini, vedevano i loro genitori attingere acqua e ricordano ancora i segni lasciati dalle funi, per via dello sfregamento, sulla pietra posta sulla “bocca” del pozzo.
Ora, per non rendere inutile la spesa di 600 ducati (undicimiladuecentoeuro) sopportata dai nostri antenati circa 400 anni fa, sarebbe opportuno, in occasione degli imminenti lavori, ripristinare i quattro “boccali” e, poscia, stante la vicinanza della scuola elementare “Settembrini”, invitare gli educatori ad insegnare agli scolari, sul luogo prendendo lo spunto proprio dal pozzo, il metodo antico di approvvigionamento idrico, la cui conoscenza, forse, porterebbe tutti a non sprecare acqua.
Non solo, ma il ripristino dell’antica cisterna restituirebbe alla nostra cittadina quel segno di antichità che, oggi, in nome della modernità, si vuole cancellare ad ogni costo.
Altri Comuni viciniori, invece, non hanno dimenticato!
L’occhio si bea alla vista della grande cisterna con i “Boccali” ripristinati che, ben in vista, si offrono al cittadino poco prima dell’ingresso del Convento di San Francesco in quel di Castellaneta.
A Palagianello, invece, no! Si vuole cancellare tutto. Anche i ricordi.
Sig. Sindaco. Signori progettisti.
Non è una vergogna avere un pozzo ripristinato. Anzi.
Per i nostri antenati era, oltre che un vanto, un modo di avere l’acqua senza molta fatica, visto che per le necessità domestiche quotidiane, ed allora anche per gli animali, altri pozzi erano ubicati uno nelle vicinanze del Vecchio Macello e l’altro, cancellato dalla faccia della terra, fra le attuali Vie Cavour e Masella.
Lo scritto richiamato in apertura di questa nota, si chiudeva con l’auspicio “che l'Amministrazione Municipale conferisca nuovamente incarico all'Ufficio Tecnico comunale, perché con un nuovo progetto recuperi i boccali e le cisterne stesse, forse, ora utilizzate per altri scopi”.
Quell’auspicio, sig. Sindaco, non si è concretizzato.
Continuo ad avere fiducia. Chissà.
Con molti saluti.
Vito Vincenzo Di Turi
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