martedì 26 marzo 2013

Bosco "Serrapizzuta"



Vito Vincenzo Di Turi
Istruttore demaniale – Consulente Storico-Giuridico in materia di Usi Civici e terre Civiche
Iscritto nell’Elenco degli Istruttori e dei periti Delegati tecnici – Sezione storico-giuridico
(B.U. Regione Puglia 11 novembre 2004, n.135)

I cittadini di Palagianello sono proprietari di un ricco patrimonio boschivo:
“SERRAPIZZUTA”. ED E’ VERO!
Mi piace tanto ricordare a tutti i Palagianellesi, anche a quelli che sanno, che il bosco “Serrapizzuta” è di tutti i cittadini e non del Comune il quale, con riferimento al bosco, per essere l’Ente esponenziale, ha soltanto la gestione in nome e per conto dei proprietari, ovverosia i  cittadini, tutti, di Palagianello i quali, su quel terreno, hanno il diritto di esercitare gli Usi civici sia “Uti singuli” sia “Uti cives, come diffusamente esercitati in passato.
Dobbiamo sapere, tutti, anche quelli che conoscono, che il bosco Serrapizzuta è stato concesso in proprietà a tutti i cittadini (non al Comune) dopo la divisione in massa dei demani avvenuta per effetto dell’eversione della feudalità ed in compenso degli usi civici  che i cittadini naturali di Palagianello esercitavano su tutte le terre ex feudali.
Brevemente, affermerò che dopo gli avvenimenti della rivoluzione francese, con la legislazione napoleonica, il sistema politico-economico del Regno di Napoli fu sconvolto; furono emanate disposizioni radicali; il Diritto Feudale fu soppresso:

 la feudalità con tutte le sue attribuzioni resta abolita ... . Tutte le città, terre e castelli...saranno governati secondo le leggi comuni del Regno. (art.1,  legge 2 agosto 1806, n°130).

La trasformazione istituzionale e sociale fu completata con altri successivi  provvedimenti.
Mentre la legge 2 agosto 1806, dichiarando abolita la feudalità con tutte le sue attribuzioni, colpiva il potere baronale nelle sue prerogative giurisdizionali e, in certa misura, nella sua stessa base patrimoniale, la legge 1° settembre 1806 sulla ripartizione dei demani promovendo un nuovo assetto delle terre, sia feudali sia comunali, dava un nuovo impulso al già avviato processo di privatizzazione e di chiusura delle terre comunali.
A seguito di ciò i feudi furono divisi:

  • ·-le difese comunali furono restituite ai cittadini e date in gestione ai Comuni sotto la denominazione di "Demanio Universale".
  • ·-una parte dei territori furono dichiarati demaniali ed assegnati ai Comuni in compenso dei diritti di uso civico che i cittadini esercitavano sul demanio ex feudale;
  • ·-l'altra parte rimase nelle mani dei baroni, ormai ex feudatari, a compenso di antichi titoli e/o di crediti maturati nei confronti del Regno.

Con l'ordinanza del 16 febbraio 1811, fu quantificata, in ragione della metà, la quota spettante al Comune di Palagianello in compenso degli usi civici su tutto il territorio ex feudale, mentre con quella 16 settembre 1811, il Procuratore Acclavio, nel fare proprio il verbale di misura e apprezzo di tutto il territorio soggetto a divisione, conferiva incarico all'agente ripartitore del distretto di Taranto, Carlo Fasano, di eseguire il distacco della quota di territori assegnati al Comune di Palagianello nella divisione in massa dei demani ex feudali.
Dopo quell'operazione al  Comune, quale Ente esponenziale e gestore delle terre assegnate alla popolazione (collettività),  fu destinato anche il bosco “Serrapizzuta” nel quale bosco, che peraltro non può cambiare destinazione d’uso, i cittadini di Palagianello hanno il diritto imprescrittibile, inalienabile, inusucapibile, incommerciabile di esercitare l’uso civico ovverosia, per semplicità, il diritto di raccogliere funghi, erbe selvatiche, erbe aromatiche, fare legna, passeggiare, camminare, godere dell’aria balsamica impregnata dai profumi dei pini, attingere acqua dai due pozzi (ancora esistenti?), pernottare (se possibile) ecc.
E se questo diritto è esercitato dal cives rispettando il bosco, nessuna autorità, dico nessuna può vietarlo.
                           
Va da se che l’Amministrazione comunale, quale Ente esponenziale, si deve far carico di un regolamento, sentito i cittadini, perché sia il bosco, sia i diritti inalienabili ed imprescrittibili dei cittadini stessi siano rispettati.
Questa, brevemente, molto brevemente la situazione storico-giuridica del bosco civico “Serrapizzuta” che, ripeto, è proprietà dei cittadini.
Ritornerò sull’argomento, se necessario, con maggiore incisione.
Castellaneta, 21 luglio 2008
Vito Vincenzo Di Turi 
                                          Chiesa Rupestre S. Lucia in una foto di circa 7 anni

lunedì 11 febbraio 2013

La “marina di spiaggia” di Palagianello ovvero “u carr d’la Cunucchjedd”



La “marina di spiaggia” di Palagianello
ovvero “u carr d’la Cunucchjedd


1.   U carr  della Conocchiella
Da un antico documento(1) i confini di Palagianello vengono cosi descritti:

“. . .et confinatas de feudo de Paliscianelli et infra fines deducendo infrascriptos fines in dicto territorio videlicet dal paretone infronte la gravina de Paliscianello per la spechia de monte calvo per la gravinella al loco dicto columbro de vito pampano ed dallà discender alo concho del S.ore et saglie verso mare per una finaida presso Sancto Joanne delli canali per lo fronte de la difesa de Sancto Felice per la fontana de troveraro (Trovara) per la fineta de machia interlizzi per mezo la difesa de Paliscianello a mare et per la marina allo fiume del Lato ed sale alla Lama de rio et si trova al dicto paretone. . .”


I confini come sopra descritti vengono richiamanti nell’apprezzo redatto dal Regio Ingegnere Luise Nauclerio compilato il primo settembre 1676 per incarico del Regio Fisco(2)  e riconfermati in un documento del 1688(3) .
Il Regio ingegnere Luise Nauclerio  così descrive in termini sintetici la posizione del territorio:

Gode questa terra lunga e spaziosa vista di campagna e mare, situata in luogo quasi piano fra due gravine, seu valloni, che d’inverno portano acqua da una parte per poca distanza; vi sono alcune piccole collinette, il suo aspetto è verso mezzogiorno dov’è il mare e ventilato da tutti i venti.
Il suo territorio principiando da Tramontana confina con un paretone sulla gravina di Castellaneta, all’incontro della città juxtra la difesa di Selvapiana della città di Mottola e dalla parte verso Levante continua da esso paretone in fino alla Specchia di Montecalvo, caminando verso mezzogiorno continua detto paretone sino al luogo detto Colombo di Vito Pampano juxtra li confini di Mottola e confini di Palagiano. Si estende dal detto Colombo di Vito Pampano sino alle Conche del Sigre.e da esse alla via di Taranto ed arriva alla Specchia della difesa di S. felice passa sopra la Cappella di S. Giovanni delli Canali e ti va sino verso mezzogiorno a sinistra sino ad un’altra Specchia ch’è sopra li Portini di Taverna (Trovara) e laminasi verso ponente per insino alla Fonte della Lama di Taverna dove vi è un termine di pietra con croce sopra; e caminando per libeccio si va per un altro limitare sino sopra la Fontana di Calce (Calzo) e di S. Maria di Lenne e si passa per un luogo dove si dice Macchiaterlizza e ti va sino ad una strada carrera che viene da Brudino (Bradano?) e traversa e Fontana Palombo dove terminano li confini di Palagiano. E cominciando per il territorio delle difese di Padule Montana (Palude Molitana) e Conocchiella della suddetta strada Carrera, caminando poco distante dalla fonte della difesa di Palagiano si va al Giogone di S. Nicola e mediante un pozzo d’acqua sorgente si va alla marina di spiaggia che va a Taranto e svolta sino alla bocca del fiume di Castellaneta, seu Lato, e da quelo luogo si entra alli confini di Castellaneta e camminando sopra si va alle Saline, dove si fa il sale del Reg° Fondaco di detta città, e per la riva del fiume di Castellaneta si va al paretone della Lama della Gravina di dove si è principiato la descrizione di detti confini che circuiscono tutto il territorio di Paligianello, quale circuito è di miglia diciannove in circa…(4).

Gli attuali confini, invece – salvo le modifiche, che poi diremo, ancora una volta apportate in favore del territorio di Palagiano nel 1907 – sono quelli determinati con verbale della presa di possesso dei demani assegnati a Palagianello a seguito della divisione in massa avvenuta in esecuzione della legge eversiva della feudalità, riportato nella “Topografia dell’ex Feudo di Paliggianello”(5) redatto in data 13 aprile 1811 dai periti Caramia Pietro, Costanzo Biaggio e Campanella Giuseppe i quali dovevano eseguire la sentenza emessa dalla Commissione Feudale il 20 giugno 1810, su ricorso del Comune di Palagianello contro l’ex feudatario, marchese di Santeramo.
In quel periodo gli interessi di Palagianello venivano curati dal Comune di Palagiano per la nota faccenda dell’aggregazione avvenuta nel 1806 per motivi demografici.
Certamente in quella causa Palagianello non fu ben rappresentata, se si tiene conto che la rinuncia da parte del feudatario di Palagiano all’ “Jus fidœ pascoli” – ripagata con la cessione di circa 617 ettari di territorio, peraltro, sempre contestata dai precedenti feudatari, i Domini Roberti, e che mai ottenne la sovrana sanzione – venne interpretata come cessione di territorio tra Comuni.
 Fino al 1806, epoca in cui Palagianello aveva ancora dignità ed autonomia quale “Universitas” quel territorio, che comprende la “Palude Molitana e otto carra”(6) nella Conocchiella, veniva considerato, ed era, tenimento di Palagianello che ne esercitava tutti i diritti, meno quello di possesso che, in virtù dell’accordo fra i due feudatari prima richiamato, si apparteneva al principe di Cursi che all’epoca era feudatario di Palagiano.
Come abbiamo appreso dai documenti Palagianello confinava a Nord con il Comune di Mottola, ad Est con quello di Palagiano, ad Ovest con la gravina di Castellaneta e a Sud con il mare; la sua estensione territoriale doveva essere di circa 206 carra pari a circa 4.950 ettari, invece degli attuali 4.327.
Il territorio rimase tale fino al 1811, quando già da  circa cinque anni Palagiano amministrava il patrimonio di Palagianello ed epoca della delimitazione del feudo da parte dei periti Campanella, Caramia e Costanzo i quali, incaricati della perizia ed apprezzo del demanio di Palagianello, tracciarono i confini in conformità ad indicazioni errate, e, forse, con riferimento ad una pianta in possesso del marchese di Santeramo che escludeva quella parte del feudo denominata Palude Molitana ed otto carra della Conocchiella, che, come abbiamo detto prima, era in possesso del principe di Cursi.
La vicenda infine va letta ed interpretata anche con riferimento alle risultanze dell’Archivio della Parrocchia San Pietro Apostolo di Palagianello, l’unica dell’epoca.
E’ da premettere, sia pure brevemente, che con la decadenza del potere dei comuni, l’unica possibilità per i cittadini di provare lo stato civile rimase affidata ai registri che, in obbedienza alle disposizioni del Concilio di Trento, i parroci erano obbligati a tenere.
I parroci, quindi, all’epoca erano i soli depositari dei registri costatanti tre eventi che nella vita umana hanno la massima importanza: la nascita, il matrimonio e la morte delle persone.
Ciò posto, bisogna affermare che la tenuta di questi registri, vale a dire battesimo, matrimonio e morte viene imposta al Parroco come dovere fra i più gravi e considerato che gli stessi hanno valore giuridico perché documenti pubblici ecclesiastici ed in quanto tali fanno piena fede per usi non religiosi.
Illuminante è l’atto di morte conservato nell’Archivio  Parrocchiale della Chiesa di San Pietro Apostolo di Palagianello:
“Palagianello, lì 17 maggio 1792
Dom.co Galeotta di Palagiano d’età sua d’anni 65 in circa si è trovato ucciso in questo tenimento e propriamente nell’otto carra e si è seppellito in questa Parrocchial Chiesa sotto il titolo di S. Pietro, onde in fede – Don Nicola Laino Arciprete Curato”.

Dalla lettura di questo documento si ricavano due importanti notizie:
·         la prima che le “otto carra” territorialmente si appartenevano a Palagianello;
·         la seconda che la morte, avvenuta fuori della cinta urbana, di un cittadino è stata riportata nei registri di morte della Parrocchia S. Pietro Apostolo di Palagianello che aveva giurisdizione su tutto il territorio del Comune di Palagianello.
Se, invece, le “otto carra” fossero appartenute a Palagiano il Parroco di S. Pietro non avrebbe usato la formula “. . . si è trovato morto in questo tenimento. . .”,  non solo, ma dell’evento non si sarebbe dovuto trovare traccia nei registri parrocchiali di Palagianello per difetto di giurisdizione che, in quella ipotesi, sarebbe ricaduto sotto quella della Chiesa Parrocchiale di Palagiano.
A nostro avviso l’errore, se tale lo si vuol considerare, fu commesso nella impostazione dei ricorsi dei due Comuni innanzi alla Commissione Feudale la quale, nel caso in esame, non sarebbe stata chiamata a decidere sui confini, poiché, nell’ambito delle sue attribuzioni, non rientravano quelle di pronunciarsi sulle eventuali azioni promosse tra comuni in materia di confinazione ed occupazioni di suolo anche di natura demaniale(7).
Il Decurionato di Palagiano conferì incarico perché innanzi alla Commissione Feudale venissero discusse le liti fra il Comune di Palagiano ed il principe di Cursi e tra il Comune di Palagianello ed il marchese di Santeramo, mentre in nome del comune aggregato Palagianello doveva essere chiamato in causa oltre al anche il principe di Cursi per la parte di territorio, ricadente in quello di Palagianello, in suo possesso, vale a dire le “otto carra e Palude Molitana”.
Così non fu, con la conseguenza che quel territorio venne salomonicamente diviso fra il principe di Cursi ed il Comune di Palagiano il quale innanzi alla Commissione Feudale si era sostituito al Comune aggregato Palagianello.
Indicativa è la circostanza che l’anno precedente le sentenze della Commissione Feudale, vale a dire nel 1809, per la divisione delle terre era stato ordinato la compilazione del catasto comunale, attraverso il quale, molto probabilmente, il Comune di Palagiano si appropriò di quella parte di terreno iscrivendolo a suo nome, dando luogo all’usurpazione di circa 617 ettari  territorio.
La correzione non venne fatta nemmeno quando, in presenza di molte usurpazioni di terre da parte di comuni ed abitanti ai danni di altri comuni, nel 1815 fu indetto un nuovo catasto comunale per rivedere il precedente e conoscere le occupazioni abusive.
E non poteva essere altrimenti, poiché a gestire “l’operazione catasto”, che per Palagianello era separato, fu sempre il comune capoluogo il quale aveva tutto l’interesse a non evidenziare l’abuso commesso ed anche per non smentire l’operato dei periti che, forse, avevano steso un velo sulle molte usurpazioni, in danno del demanio di Palagianello, già in atto da parte di cittadini di Palagiano, quasi sempre amministratori.
A conclusione di questa parte ci preme rilevare come in circa due secoli nessun amministratore Palagianellese si sia mosso al fine far restituire dal Comune di Palagiano quella parte del territorio di Palagianello acquisito al tenimento di quel Comune.
Nella eventuale controversia il Comune di Palagianello , certamente, ne uscirà vittorioso(8).
Vito Vincenzo Di Turi


[1]  - ARCHIVIO DELLA BADIA DI CAVA DEI TIRRENI – Arch. XCV, 44 – Manoscritto 5937.
[2]  - A.S.L. – Scritture delle Università e feudi di Terra d’Otranto.
[3]  - ARCHIVIO PRIVATO CARACCIOLO – Viglione-Santeramo – “Platea generale del Stato dell’Ecc.ma Casa di santeramo, Cervinara e Palagianello formata dal Rev. Michele Bozzi a XXII marzo 1688”.
[4]  -  A.S. L. – Scritture delle Università e feudi di Terra d’Otranto- Palagianello- 16/1.
[5]  - L’originale della tavola è conservato presso l’Archivio di Stato di Lecce.
[6]  - Ogni carra è pari ad ettari 24.69.40
[7]  - Decreto 6 dicembre 1808- “Intorno alla competenza della Commissione Feudale”.
[8] -  Il diritto del Comune sul territorio è imprescrittibile; pertanto in ogni tempo il Comune può rivendicare parte del suo territorio che, di fatto, senza titolo giuridico, sia stato aggiunto ad altro comune. (Consiglio di Stato – Parere – 26 giugno 1956, n. 403).

giovedì 30 agosto 2012

Lungo le vie di Palagianello: Via Giuseppe Pisanelli.



Ingresso da Via Pisanelli L'attuale ingresso, che fino agli agli anni '80 era una finstra come quella a sinistra di chi guarda ha sostituito l'originale ingresso ora finestra a destra di chi guarda)


Via Giuseppe Pisanelli  - Tricase (Lecce) 1812-Napoli 1879.
Avvocato. Deputato al Parlamento napoletano (1848).

Per i fatti del 15 maggio 1848 fu costretto all’esilio e, nel 1852, condannato a morte in contumacia.
Rifugiatosi a Londra, a Parigi ed infine a Torino, si dedicò a studi giuridici.
Nel 1860 ritornò a Napoli e fu per tre settimane Ministro della Giustizia.
Deputato dal 1861 al 1874. Nominato Ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Farini del 1863, fu confermato in quello di Minghetti nello stesso incarico.
Durante il suo incarico curò, sovrintendendo i lavori, la stesura del Codice Civile e di Procedura Civile che furono pubblicati nel 1865 quando, ormai, non era più Ministro.
^^^In questa via ha sede l'Asilo Infantile "Ignoto Militi".
Una lapide, esistente sulla facciata del fabbricato dichiara:



Via G. Pisanelli (foto di Gianni Di Turi)
L'Asilo, ideato durante la guerra 1915/18, iniziò a funzionare il 1° ottobre 1923, lo stesso anno della sua fondazione.
Fu costituito per atto Notar Leonardo Martellotta in data 3 agosto 1924, n. 786 di repertorio.
Con lo stesso atto i cittadini di Palagianello, costituiti in assemblea, deliberarono l’approvazione dello Statuto e la nomina del Consiglio d’Amministrazione.
Quarant'anni dopo fu eretto in Ente Morale, con Decreto  Presidenziale([1]).
La pia istituzione, ideata durante la prima guerra mondiale 1915/18, fu dotata di un primo fondo di £. 2.325 di rendita consolidata 5% pari ad un valore nominale di £.46.500.
Il fondo iniziale fu costituito con gli investimenti in consolidato 5%, fatti durante il periodo bellico, delle somme che man mano si rendevano disponibili dalla gestione dell'Ente Autonomo per gli approvvigionamenti del Comune di Palagianello amministrato da volenterosi cittadini che si proposero di raggiungere il doppio scopo:
1-di non far difettare, in relazione alle difficoltà dei tempi, gli alimenti di primissima necessità, provvedendo alla giusta ripartizione fra tutta la popolazione di Palagianello,
2-di devolvere a favore di un’istituzione di pubblico bene, quale appunto si dimostrò l'Asilo Infantile, gli eventuali eccedenze di gestione.
Da tutti i componenti l'Ente Annonario fu deciso che tale avanzo, confluito nel capitale iniziale della fondazione, rimanesse intangibile in modo da assicurare, con la rendita annuale, una prima per quanto limitata base alla per il funzionamento dell'Asilo.




  
 La lapide effigiata ricopre quella originaria apposta nel 1923.



 



Alle spese d'impianto della istituzione e all'arredamento per attuarne il funzionamento, devolvendo a tale scopo sia le somme ulteriormente incassate per la vendita dei sacchi vuoti residuati dalla gestione dell'Ente, sia l'avanzo della gestione del Comitato di Assistenza Civile, sia gli incassi delle cedole, semestrali a tutto il 23 giugno 1923 del capitale iniziale della fondazione, sia il contributo del Comune di Palagianello e sia, infine, il ricavato della sottoscrizione pubblica fra i cittadini di Palagianello, che risposero con vero entusiasmo all'invito per tradurre in realtà l'ideata istituzione dell'Asilo il quale, peraltro, fu dotata di un fabbricato proprio a suo tempo acquistato al prezzo di £. 45.000 raccolte da sottoscrizioni (Atto Notar Leonardo Martellotta del 16 ottobre 1924, n.881 di Repertorio, registrato a Mottola il 5 novembre 1924 al n.143 -  Mod. I - Vol. 63)
Per norma statutaria l’Asilo deve provvedere ad impartire ai bambini i primi elementi di educazione morale e fisica ed alle giovinette, invece,   istruzioni su lavori donneschi.
La gestione e direzione dell’Asilo furono affidate in perpetuo (salvo loro espressa rinunzia) alle suore della “Immacolata Concezione”( - STATUTO DELL’E.M. ASILO INFANTILE “IGNOTO MILITI” – Stralcio-.
Art.2-L’Istituzione ha per iscopo di provvedere secondo i mezzi di cui dispone:
A)-ad accogliere e custodire, nei giorni feriali, i bambini di ambo i sessi fra i 3 e i 6 anni del Comune di Palagianello; ad impartire ad essi i primi elementi di educazione morale e fisica; ad istruirli secondo il metodo froebeliano o altro sistema che fosse riconosciuto più idoneo dal consiglio di Amministrazione, ovvero sia consigliato od imposto dalle Autorità Scolastiche.
B)-ad impartire alle giovinette dai 10 ai 18 anni, ove fosse  da queste richiesto,  istruzioni su lavori donneschi di cucito e ricamo, nonché altra istruzione complementare.
C)-rimanendo posti disponibili, dopo l’ammissione dei poveri, saranno ammessi anche minori non poveri, dietro pagamento di una retta mensile da stabilirsi dal Consiglio di Amministrazione.
Art.8 – La gestione e la direzione dell’Asilo saranno affidate in perpetuo (salvo loro espressa rinunzia) alle suore della “Immacolata Concezione”, dette di Ivrea, le quali potranno essere eventualmente sostituite da  Consorelle di altri ordini religiosi, che delle cure e della educazione dell’infanzia fanno la loro missione, con l’obbligo di alloggiare in apposito appartamento, nello stesso locale dell’Asilo.
A ciascuna  Suora sarà corrisposto uno stipendio mensile suscettibile di aumento per meglio adeguarlo ai tempi e al costo della vita; ma sempre nel rispetto delle possibilità dell’Istituzione.

Non tutti tennero fede alla sottoscrizione, infatti, una non mantenuta promessa di vistosa donazione, in favore della nascente istituzione, da parte del Conte Pietro D’Ayala Valva stava per compromettere la realizzazione dell’Asilo infantile se non fossero intervenuti, ancora, oltre cento benemeriti cittadini, i quali “…….anche a dimostrare agli antichi feudatari qual è la concezione diversa dei tempi odierni, che l’Asilo, non ostante la mancata promessa munifica  elargizione, sorga, funzioni e duri per volontà e contributo popolare…..(Cfr..atto di impegno sottoscritto da 116 cittadini di Palagianello in data 25 luglio 1923) si tassarono ulteriormente per somme che variavano da un minimo di 12 ad un massimo di 500 lire annue.
Di quelle 116 persone, delle quali 109 iniziarono la contribuzione dal 1923 ed altre 7 dal 1924, ci piace riportare la famiglia di appartenenza:






1.       Addabbo Pietro
2.      Alemanno Antonio
3.      Aloisio Antonio fu Vito Paolo
4.      Aloisio Francesco
5.      Aloisio Giovanni
6.      Aloisio Giuseppe
7.      Aloisio Tommaso
8.      Altamura Francescio
9.      Altamura Giovanni
10.  Amodio Angelo
11.  Antonicelli Michele
12.  Balestra dr, Carmine
13.  Basile Emilio
14.  Basile Natale
15.  Becci Giuseppe
16.  Borino Salvatore
17.  Burdo Domenico
18.  Campanella Carmine
19.  Cantore Gouseppe
20.  Cantore Michele
21.  Caracciolo Conte Antonio
22.  Carbotti Giuseppe
23.  Carpignano Giuseppe Domenico
24.  Carpignano Pasquale
25.  Carpignano Vincenzo fu Giacomo
26.  Carrozza Beniamino
27.  Catucci Pasquale
28.  Catucci Rocco
29.  Cazzolla Francesco fu Giuseppe
30.  Corona Cosimo
31.  Cristoforo Donato
32.  Curione Pasquale
33.  D’Alessandro Vito
34.  D’Auria Michele
35.  D’Etredità Carmine
36.  D’Onghia Giovanni
37.  De Bellis  Dr, Nicola
38.  De Bellis Giovanni
39.  De Maio Antonio
40.  De Maio Vincenzo
41.  De Michele Vincenzo
42.  De Robertis Giovanni
43.  Di Leo Filippo
44.  Di Turi Michele
45.  Di Turi Nicola
46.  Fago Domenico
47.  Fatiguso Cataldo fu Berardino
48.  Fatiguso Cataldo fu Rocco
49.  Favale Donato
50.  Favale Francesco
51.  Favale Giuseppe
52.  Favaler Cosimo
53.  Ferri Giovanni
54.  Ferri Giuseppe
55.  Ferulli Michele
56.  Festa dr, Rocco
57.  Fonsega Antonino
58.  Fonzega Giuseppe
59.  Fornari Virginia
60.  Forte Giovanni di Donato
61.  Fumarola Pietro
62.  Galeandro  Pasquale
63.  Galeandro Cosimo
64.  Galeandro Vito Rocco
65.  Gatti Pietro
66.  Gigante Giovanni
67.  Gigante Vito
68.  Giovinazzi Antonio
69.  Goffredo Giuseppe
70.  Grassi Angelo
71.  L’Abbate Amalia ved. Losavio
72.  Labalestra Vito
73.  Lanza Giuseppe
74.  Libraro Francesco fu Francesco
75.  Libraro Rocco
76.  Lippolis Addolorata
77.  Lippolis Rocco
78.  Lomastro Amabile
79.  Luisi ing. Vito
80.  Luisi Michele
81.  Mallardi Vito
82.  Marmo Errico
83.  Masella Maria
84.  Masella Pasquale
85.  Masella Rocco
86.  Masella Salvatore
87.  Mazzarrini Francesco
88.  Mazzarrino Domenico
89.  Mazzarrino Giuseppe
90.  Mazzarrino Guglielmo
91.  Murgiano Giulio
92.  Pastore Giovanni
93.  Pera  Francesco
94.  Petrera Filippo
95.  Pinto Nicola
96.  Putignano Domenico
97.  Putignano Giuseppe
98.  Quaratino Pasquale
99.  Resta Alessandro
100. Resta Cosimo
101. Resta Giacomo
102.Rota Cosimo
103. Rota Emilia
104.Santoro Isabella
105. Sergio Antonio
106. Sergio 
107.   Sergio Giuseppe
108.  Spinelli Giuseppe
109.  Stellacci Giovanni
110.  Tinelli Annunziata 
111. Todaro Barbara
112. Todaro Vincenzo 
113. Traversa Nicola 
114. Trisolini Francesc

  Vito Vincenzo Di Turi







Cappella interna all'Asilo con ingresso da Via M. D'Azeglio

[1]  - D.P.R. 12 gennaio 1964, n. 146-“Erezione in ente morale dell’Asilo Infantile <Ignoto Militi>, con sede in Palagianello (Taranto)” . - Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 del 4 aprile 1964.