Martedì 15 settembre 1868 - Domenica 22 giugno 2008
LA FERROVIA
Per 140 anni i cittadini di Palagianello hanno avuto, con i binari nelle
immediate vicinanze dell’uscio di casa, la possibilità di prendere il
treno anche in corsa, come molte volte è accaduto a noi, giovani
studenti, ed agli arsenalotti (non tutti, per la verità la maggior parte
arrivava in stazione per tempo) che dovevamo recarci in quel di Taranto
per motivi di studio e per lavoro.
Alcuni avevano la stazione in casa come Mino Ariodante, che abitava sopra gli uffici, ed i fratelli Dolfini, Nereo e Renzo, che abitavano il Casello del Sorvegliante.
Chi scrive ed altri venivamo da lontano (si fa per dire) come Peppino Cassandro, Antonio Ciardo, Ettorino D’Auria, Peppino De Leo, Franco De Maio, Mimino Fumarola, Dario Galeandro, Peppino Greco, Giacomino Santoro ed altri ancora che la memoria, ormai labile per l’età, non mi consente di ricordare.
Alcuni avevano la stazione in casa come Mino Ariodante, che abitava sopra gli uffici, ed i fratelli Dolfini, Nereo e Renzo, che abitavano il Casello del Sorvegliante.
Chi scrive ed altri venivamo da lontano (si fa per dire) come Peppino Cassandro, Antonio Ciardo, Ettorino D’Auria, Peppino De Leo, Franco De Maio, Mimino Fumarola, Dario Galeandro, Peppino Greco, Giacomino Santoro ed altri ancora che la memoria, ormai labile per l’età, non mi consente di ricordare.
Ci si alzava dal letto cinque minuti
prima dell’arrivo del treno che era fissato per le ore 5 ½.
Quante corse con i libri e la
colazione nella mano destra, mentre la sinistra tratteneva i pantaloni non
ancora al loro posto.
Ora non più; per poter usufruire del
servizio ferroviario è necessario incamminarsi per tempo.
La stazione non è più dietro l’angolo!
Da oggi, infatti, per poter accedere
alla stazione ferroviaria è necessario servirsi di un bus navetta, com’è
chiamata ora la Corriera.
Il che significa alzarsi per tempo,
prendere la navetta, ammesso che ci
sia e che rispetti l’orario, attendere, qualche volta da soli, l’arrivo del
treno nella nuova stazione, con la speranza che sia pulita e non invasa da
rifiuti di qualsiasi genere. La nuova stazione di Castellaneta docent!
Andiamo per ordine.
Agli inizi della seconda metà
dell’800, Palagianello fu interessata da una importante opera: la ferrovia con
relativa stazione e la costruzione di un ponte sulla gravina lungo 140 metri, a tre campate,
una, quella centrale, di m. 54, le due laterali di m. 43.
Il viadotto, progettato dall’ingegnere
napoletano Alfredo Cottrau, era in
ferro([1]),
come pure in metallo erano i due piloni che poggiavano su basamenti, costruiti
in pietra calcare locale, coronati di grossi tavoloni estratti da cave di
granito esistenti in quel di Laveno in Provincia di Como.
Era accaduto che dopo la proclamazione
del Regno d’Italia fra le prime incombenze del governo ci fosse
la conferma delle concessioni ferroviarie alle società che avevano ricevuto
l’appalto di costruzione dai vari Stati nella penisola([2]),
accogliendone altre.
Il 15 maggio 1861 fu presentato alla
Camera dei Deputati, per le linee dell’Italia meridionale, un progetto di
fattibilità di nuove strade ferrate in concessione.
Quel progetto, tuttavia, incontrò
molte difficoltà, fino a quando, nel luglio del 1862, il conte Pietro Bastogi,
già ministro delle finanze nel Regno d’Italia, ne fece
richiesta, per una società da costituirsi.
La nuova compagnia - che divenne una
delle più importanti- nacque a Torino il 18 settembre 1862 e fu denominata “Società Italiana delle Strade Ferrate
Meridionali la cui presidenza fu assunta dallo stesso conte Bastogi,
chiamando alla vice presidenza il conte Bettino Ricasoli ed il conte Giovanni
Baracco.
I lavori di costruzione dei 116 Km. di linea da Bari a Taranto,
che era in concessione alla suddetta Società
Italiane per le Strade Ferrate Meridionali([3]),
furono completati nel 1868; difatti l’ultimo tratto ferroviario, ovverosia
Gioia del Colle–Taranto,
costruito dall’Impresa Brassey, Parent & Buddicom, fu aperto al pubblico
servizio il 15 settembre 1868.
Da quella data, quindi, Palagianello,
che in quell’epoca si era sviluppato sotto il profilo demografico tanto da
costringere il Comune capoluogo([4])
a costruire la
Sede Municipale - sia pure limitatamente al piano terra - ove
funzionavano gli Uffici dello Stato Civile e di Conciliazione([5]),
venne servito dalla ferrovia che permetteva ai palagianellesi di partite e di
giungere, quasi direttamente in casa, da Taranto,
Bari, Napoli ed
altre città direttamente in treno.
Ora non più.
La nuova stazione è lontana.
La nuova stazione non sarà, come lo fu
la vecchia, luogo di aggregazione, luogo di incontri, luogo di giochi che
avvenivano, specie quando pioveva, sotto a vecchia tettoia in metallo,
smantellata negli anni ’70.
Vito Vincenzo Di Turi
Anno 1868 - Viadotto in ferro costruito su progetto dell'Ingegnere napoletano Alfredo Cottrau |
[1] Il ponte di ferro, 63 anni dopo, fu
sostituito da uno in muratura composto di 10 arcate a tutto sesto delle quali
le otto centrali dell’ampiezza di m. 15 e le due esterne di m. 2. L’altezza del
piano del ferro sul fondo del burrone è di m. 40 e la lunghezza tra l’estremo
delle spalle è di m. 169. Il ponte in pietra fu inaugurato il 24 maggio 1930. (Il Giornale d’Italia – 25 maggio 1930 –
pag. 6).
[2] -Era già stata completata, nel novembre del
1861, la linea
Milano- Piacenza, che dopo la costruzione del ponte in ferro
sul fiume Po, nel 1865, fu unita alla Piacenza-Parma-Bologna, peraltro già
attiva dal 21 luglio 1859, e alla Bologna-Forlì-Rimini-Ancona, voluta dallo
Stato Pontificio (che all’epoca aveva il potere temporale su quel territorio),
realizzata nel novembre del 1861 dalla concessionaria “Società generale delle Strade Ferrate Romane”, dopo adeguati
sussidi finanziari da parte del nuovo Stato italiano.
Il
tronco ferroviario da Bologna a Forlì era in esercizio dal 1° settembre 1861,
quello da Forlì a Rimini il 5 ottobre e, nel mese successivo, il 17 novembre da
Rimini ad Ancona.
[3] - La “Società Italiana delle Strade Ferrate Meridionali, aveva già realizzato
la Ancona-Pescara, messa in esercizio il 13 maggio 1863, e, nello stesso anno, la linea Pescara-Foggia,
prolungata il 29 aprile 1865
a Brindisi ed il 15 gennaio 1866 fino a Lecce.
[4] -
Palagianello che fino al 1806 aveva autonomia amministrativa quale Universitas , all’epoca, per motivi
demografici, era ancora frazione di Palagiano.