Chiesa Parrocchiale S. Antonio - Montedoro .- Palagianello |
Chiesa Parrocchiale S. Antonio - Montedoro .- Palagianello |
Mia Foto - pomeriggio del 10 luglio 1989
La struttura, originariamente, era quella di
una casa colonica costruita, come le altre della zona, agli inizi degli anni
’50 in concomitanza dell’insediamento degli assegnatari dell’Ente di Riforma
Fondiaria in Puglia e Basilicata istituito all’indomani della grande catastrofe
della seconda guerra mondiale per avviare a soluzione il problema agrario e
contadino che, nel Mezzogiorno, era fortemente caratterizzato da un
accentramento terriero e dal grande latifondo spesso frutto di grandi
usurpazioni delle terre civiche che, com’è noto, sono di proprietà dei
cittadini, ma questa è altra storia.
Dopo il varo della legge 21 ottobre 1950, n.
841, denominata “Legge Stralcio” che, opportunamente modificata e integrata,
estendeva ad altri territori la legge di riforma o “legge Sila” del 12 maggio
1950, n. 230, la riforma agraria, iniziata nell’autunno del 1950, fu attuata
nelle sue parti essenziali negli anni dal 1951 al 1956, con la costruzione di
circa 19.000 nuove case, tra Puglia e Basilicata e con l’insediare oltre 28.000
famiglie in zone prima disabitate.
Poderi e case nuove, che si estendono a
perdita d’occhio, davano l’impressione di una potenza creatrice da far impallidire la realizzazione delle
Paludi Pontine e delle Bonifiche Padane.
Il
problema della riforma agraria, all’epoca, era uno dei più sentiti, tant’è che
nella Costituzione Repubblica Italiana, fu previsto che:
“Al fine di conseguire il razionale
sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone
obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua
estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica
delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità
produttive; aiuta la piccola e la media proprietà”.
L’attuazione del dettato
costituzionale fu preceduto dalle battaglie e occupazioni delle terre che il
movimento contadino iniziò nel 1946 e portò a termine nel 1951, quando, come
detto prima, fu data pratica attuazione alla “Legge Stralcio”.
Anche Palagianello fu
interessata a quegli avvenimenti, anche se la protesta non assunse gli aspetti
tragici di altri Comuni ove, in occasione delle manifestazioni di massa per
l’occupazione delle terre, lo scontro tra polizia e braccianti provocò dei
morti come a Montescaglioso, comune della vicina Basilicata, dove un
bracciante, Giuseppe Noviello di 32 anni, rimase ucciso.
Gli scioperi furono
durissimi e coinvolsero molte zone d’Italia: dalla pianura Padana al Fucino –
dove, dopo una lunga occupazione delle terre da parte dei braccianti e un lungo
sciopero a rovescio, fu costituito l’Ente Fucino – dalla Puglia alla Sicilia,
alla Basilicata, alla Calabria, alla Campania fino all’agro romano.
Quasi ventimila arrestati
tra dirigenti sindacali, contadini e braccianti; ottantaquattro i morti e
ottomilaseicento condannati; questo fu il tributo di dolore e di sangue pagato
dal movimento contadino e bracciantile perché un diritto costituzionale fosse
riconosciuto.
In quel periodo in Palagianello, come in altri comuni, grande
influenza ebbe sia la D.C., attraverso la dirigenza, e sia la “chiesa” che, in
quegli anni di sforzi caritativi e apostolici, nell’ansia di
ricostruire, si distinse mediante l’opera proficua di Mons. Don Giuseppe
Buttiglione il quale era reduce della capacità di organizzare il <ministero
della carità>, come espressione della carità del Papa Pio XII che seppe
comprendere il bisogno della Nazione attraverso la Pontificia
Commissione di
Assistenza nata nel 1944.
All'epoca si riscontrarono molte “migrazioni” da un credo politico all’altro
come, pure, si constatarono delle frequentazioni di cittadini a manifestazioni
religiose, molto probabilmente al solo fine di poter accedere, mercé
“l’intercessione della Madonna”, all’assegnazione di una quota di terreno.
“La nostra buona Madre ha largito a tutti grazie senza
numero. Tra le più segnalate, il ritorno di molti suoi figli tra le sue
braccia, nella Chiesa del suo Figliolo”. (Da “Il
Vessillo” Supplemento mensile al Bollettino Diocesano per la Parrocchia di S.
Pietro Ap. Di Palagianello- 8 dicembre 1954, anno nII n. 12).
Con
l’assegnazione delle terre ebbe origine, anche in Palagianello, l’aggregato
degli “assegnatari”, ai quali, insieme alla terra, fu assegnata pure una casa.
Tale
aggregazione, territorialmente, dette vita alla contrada chiamata “Montedoro” o
“La Pila”, toponimi, questi, non riscontrabili nelle nuove e vecchie mappe.
Contemporaneamente
all’insediamento umano sorse la Chiesa che risultò essere l’unico servizio
fruibile da parte di quei cittadini, dal momento che la zona risultava non
urbanizzata per la mancanza dei più elementari servizi: acqua, fogna, negozi,
energia elettrica, ed altro.
La
Chiesa, dedicata a S. Antonio, molto semplice in stile con le costruzioni
(tutte uguali) degli assegnatari dell’Ente riforma è ad unica navata ed è
arricchita da due altari, uno posto in fondo alla navata stessa e sul quale
troneggia un pregevole crocifisso ligneo opera di artigiani in quel di Ortisei,
l’altro, sul quale in una nicchia è posta l’immagine del Santo cui la Chiesa è
dedicata, è situato sulla destra e contiene il SS. Sacramento.
La
facciata principale – sul cui frontone è ubicata una campana – era arricchita
da una grande croce in ferro.
Alla
Chiesa si accede mediante da una piccola gradinata ingentilita dalla presenza
sui due lati di piante di fiori, mentre il proneo è coperto da una volta
aggettante che dà grazia alla porta d’ingresso.
Il
corpo di fabbrica si sviluppa su 15 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza.
Aprile
2016
Vito Vincenzo Di Turi
Chiesa Parrocchiale S. Antonio Montedoro Palagianello foto del 2009 | -Per gentile concessione del Sig. Franco Di Pippa |
Celebrazione di Matrimonio nella Chiesa Parrocchiale S. Antonio - foto del 2009 - per gentile concessione del Sig. Franco Di Pippa |
Chiesa Parrocchiale S. Antonio - Montedoro Palagianello foto del 2014 - Per gentile concessione del Sig. Franco Di Pippa |